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Territorio

Due giorni a Trieste, città del vento

La Trullaia - Viaggio a Trieste e Pirano

La temperatura è piacevole, l’autunno non è ancora del tutto deciso a prendere il sopravvento lasciando aperto il desiderio di una dolce evasione dalla routine quotidiana per un paio di giorni.
Vi consiglio Trieste, un vero e proprio scrigno di meraviglie nel cuore dell’Europa.

L’aria qui è sempre in movimento, un momento ti pare tutto tranquillo e il momento dopo tutto cambia all’improvviso, non a caso la chiamano la “città del vento“.
La bora ripulisce l’anima, intreccia e scompiglia i pensieri come in un sogno. Trieste non ti lascia indifferente, il suo glorioso passato asburgico, i suoi paesaggi, la sua eleganza lasciano senza fiato per la loro bellezza e restano nel cuore.
Mi piace tornare in Friuli Venezia Giulia tutte le volte che posso perché questa è la terra di mia madre ma anche di una delle mie più care amiche, alla quale sono molto legata da un’Amicizia con la A maiuscola.
Quale miglior modo di perlustrare il territorio se non accompagnata da chi lo conosce a menadito e lo riscopre ogni volta con stupore?

Tornare in questa regione è ritrovare mia madre, che ho perso venti anni fa: la ritrovo nei profumi, nei luoghi, nella cucina e nell’approccio concreto alla vita della sua gente.
Anche una terra sa parlare se gliene dai l’occasione e il Friuli Venezia Giulia è per me insieme luogo dei sogni e luogo sognato, dove ritrovo parte delle mie radici.
Nella piccola e variegata regione, dalle molte anime e dalle diverse culture che convivono da secoli (veneta, friulana, slovena, ma anche qualche enclave tedesca e russa) Trieste rappresenta il mondo mitteleuropeo.
È una città romantica e al tempo stesso sontuosa, non ci vuole molto per attraversarla anche a piedi.

Il programma del weekend che Alessandra (visitarte.it) e suo marito Alberto ci hanno amorevolmente preparato è stato intenso ma assolutamente fattibile!
Nella tarda serata di venerdì, io, mio marito Marco e i nostri amici siamo partiti in macchina da Milano.
Giunti a Trieste piuttosto tardi ci siamo fermati per uno spuntino notturno sul lungomare di Barcola, da cui prende il nome la Barcolana, suggestiva regata velica internazionale che si tiene ogni anno in autunno nel golfo della città.
L’aria era ancora tiepida, il mare calmo e l’emozione grande nel vedere in lontananza le luci della città: i panorami notturni sono sempre affascinanti. Non è mancato il buon dolcetto che abbiamo gustato a “Il pane quotidiano“, delizioso locale a picco sul mare. Io ho voluto provare il tipico presnitz con la frutta secca e candita simile alla pinza che preparava la mia mamma.
L’Hotel Vis a Vis, che ci ha ospitato durante il soggiorno, è stata una scelta vincente perché la sua posizione è davvero strategica a un passo dalla meravigliosa piazza Unità d’Italia che, vedrete, sarà il luogo di Trieste che amerete di più. La sua magnificenza, la sua eleganza e il suo affaccio sull’acqua la rende unica al mondo, tanto da essere la più grande piazza d’Europa che si apre sul mare.

“Tergeste”, come si chiamava alla sua fondazione, è una città che degrada sulle colline carsiche verso il mare; i verdi intensi della sua vegetazione si riflettono sull’acqua che prende tonalità scure e vivide. Ovunque ti giri e ti volti ti ritrovi a godere di un meraviglioso panorama.
Il sabato è iniziato con una colazione da sogno al Caffè degli Specchi, un caffè storico dal sapore retrò di quelli che difficilmente troverete altrove. Pensate che questo locale con i tavolini sulla piazza Unità d’Italia è stato fondato nel 1839 ed è stato per molti anni il ritrovo degli irredentisti italiani e persino sede della Marina Britannica. Qui potrete scegliere ogni tipo di colazione: dall’italiana, alla francese, all’americana e persino alla hawaiana. Sarete serviti con i guanti bianchi (per davvero!) e un’eleganza d’altri tempi. Una esperienza da non perdere!

Ah, dimenticavo, se ordinate un espresso dovete dir. “Un nero, per favore!“. Così si chiama da queste parti il caffè espresso, in questo modo nessuno si accorgerà che siete turisti!
A Trieste le preparazioni più classiche della caffetteria hanno nomi particolarissimi come “Nero in B” (espresso in bicchiere di vetro) o “Capo” (espresso macchiato). La città, infatti, è molto legata al caffè in tutta la sua filiera sin dal 1700, grazie anche al suo status di porto franco.

Dopo la ricca colazione la giornata è proseguita all’insegna dei castelli: il castello di Duino dei duchi della Torre e Tasso e il castello di Miramare, sempre accompagnati dal vento di bora.
Dal castello di Duino si gode di un vasto panorama sulle ripide pareti rocciose a strapiombo sul mare e dalla terrazza della torre si può ammirare ciò che resta dell’avamposto di guardia romano del periodo di Diocleziano (III secolo d.C.) posto su un faraglione. Sin dal Settecento il castello fu un centro culturale e umanistico e molti personaggi illustri si sono susseguiti nel tempo: dalla principessa Sissi, a Johann Strauss, a Franz Liszt, a Gabriele D’Annunzio e Rainer Maria Rilke.
Al maniero è legata anche la leggenda della Dama bianca, moglie di uno dei signori del castello che la uccise gettandola in mare. La Dama si trasformò nella grande roccia oggi visibile dall’alto.
Nel giardino molto curato in ogni minimo particolare si trova un bunker utilizzato durante la seconda guerra mondiale: anch’esso è visitabile ma non lo consiglio a chi si impressiona o a chi fa fatica a fare tante scale!
Quello che mi porto nel cuore di questo luogo sono i colori, la poesia del foliage, i verdi, i gialli e gli arancioni che si riflettono nell’acqua del mare che si colora di verdi inattesi. Ti immergi nel silenzio e il tempo sembra fermarsi, liberi la fantasia dando spazio alla bambina che porti dentro e immagini la principessa Sissi varcare in carrozza l’arco d’ingresso della proprietà.
La visita, molto soddisfacente, ci ha impegnato per un paio d’ore.

A questo punto, un “leggero” languorino allo stomaco ci suggeriva di avviarci per il pranzo alla trattoria al Faro su una terrazza all’aperto affacciata sul golfo. La vista è spettacolare e si mangia molto bene, ovviamente il pesce, che consiglio!
La trattoria si trova proprio sotto al monumento nazionale del Faro della Vittoria che appartiene alla Marina Militare, il primo faro al mondo che è anche un monumento. Accanto alle funzioni di sicurezza per la navigazione, il Faro della Vittoria ha, infatti, il duplice scopo di celebrare il passaggio della città di Trieste al Regno d’Italia e di commemorare i caduti in mare nel corso del primo conflitto mondiale.
Sulla sommità del faro è posta la statua in rame della Vittoria alata, alta più di sette metri, e, alla base di essa è appoggiata l’ancora della nave Audace, la prima nave italiana approdata a Trieste. Sul fronte c’è una scultura in pietra del Carso e dell’Istria dedicata al Marinaio Ignoto.
Il faro è visitabile con orari variabili durante l’anno (da verificare nel sito) e dall’alto dei suoi 67 metri di altezza potrete godere di un panorama mozzafiato. Per i non sportivi c’è l’ascensore!
Adoro i fari, sono sempre attivi e instancabili a illuminare il cammino. Come mi piacerebbe essere un faro per i miei figli almeno!

La tabella di marcia prevedeva lo spostamento al castello di Miramare, luogo mistico!
Il castello fu costruito nel 1855 sull’aspro promontorio di Grignano dall’arciduca Massimiliano d’Asburgo che decise di erigere proprio lì una residenza all’altezza del suo rango con l’intento di realizzare una stazione sperimentale di rimboschimento e acclimatazione di specie botaniche rare e per questo fece pervenire in questo luogo una ricchissima varietà di essenze arboree e arbustive da ogni parte del mondo. Oggi il giardino di ventidue ettari è spettacolare e percorrerlo a piedi è come passeggiare in una fiaba tra laghetti, boschi, sentieri tortuosi e scorci incantevoli sul mare.
Il castello, invece, è una sintesi perfetta tra natura e arte dove i profumi del mare e della vegetazione si fondono con l’austerità delle forme europee in uno stile eclettico dove si incrociano particolari gotici con quelli medievali e rinascimentali. Una fusione che crea dinamismo e completezza. L’interno conserva ancora gli arredi originali. Troppo bello!
Ci siamo trovati a Miramare al tramonto e vi assicuro che lo spettacolo lascia strabiliati e una sensazione di pace penetra nell’animo.

La serata si è conclusa con una bella e romantica passeggiata nel centro di Trieste tra vicoli e piazzette, lungo gradinate a picco sul mare.

La domenica è iniziata con la colazione al Caffè Tommaseo, altro caffè storico della città. Fu aperto nel 1830, fu luogo di incontro per illustri letterati come Italo Svevo, Umberto Saba e James Joyce e da qui “si diffuse la fiamma degli entusiasmi per la libertà italiana“, come recita una lapide che lo descrive.
Il buongiorno si vede dalla colazione! La colazione rende il giorno speciale!“, così dice la mia amica Alessandra e ha davvero ragione! Per questo ho ordinato una colazione coi fiocchi, un “Capo in B” (ovvero un cappuccio in vetro), un krapfen con crema e un bicchierino di cioccolata calda… giusto per non farmi mancare le energie per affrontare la lunga giornata.

Il programma domenicale prevedeva una gita sul mare della Slovenia a circa un’oretta di macchina da Trieste, ma prima ci saremmo fermati a visitare la foiba di Basovizza, simbolo di tutte le atrocità commesse dall’esercito Titino dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Un posto che riempie il cuore di tristezza e dolore, ti toglie il respiro, ti paralizza, non è possibile capacitarsi di fronte a tanta crudeltà. L’uomo non può e non deve arrivare a tanto, mai più.
Il Friuli Venezia Giulia è anche questo, una terra di confine martoriata, una terra che ti fa sentire forte l’orgoglio di essere italiana, una terra scossa da tante fatiche, una terra spigolosa ma profondamente autentica, un viaggio verso una destinazione sorprendente dentro e fuori di noi.

Ci hanno raggiunto anche Alessio e Patrizia e insieme abbiamo proseguito verso la “perla veneziana” della Slovenia: Pirano. Il cielo azzurrissimo, l’aria tersa, l’acqua del mare trasparente e… per un attimo ho creduto fosse ancora estate!
I soli quarantasette chilometri di costa slovena sono sufficienti per pensare di trascorrervi qualche giorno. Pirano sorge su una stretta e lunga penisola e ha un bellissimo lungomare di acqua cristallina, pieno zeppo di ristoranti dove mangiare all’aperto. Mi sento di consigliarvi quello dove Alessio ci ha portato, da Ivo, dove abbiamo apprezzato un ottimo pesce, sia crudo che cotto, da buoni pugliesi! In fondo è sempre mare Adriatico!
Non mancate di assaggiare il dolce tipico del posto, la palacinka con crema alle noci (molto simile alla nostra crêpes) e di terminare il pasto con l’amaro tipico del luogo, il PelinKovac a base di erbe e assenzio.
La passeggiata per il paese merita, l’influenza di Venezia si respira ovunque nelle calli, e poi: le case con i tetti rossi, l’elegante piazza Tartini a forma di ellisse, il chiostro dei frati minori e per finire non mancate di salire sul campanile della chiesa di San Giorgio da cui potrete godere di una vista panoramica fotografica che va da Trieste fino alla Croazia, si vedono persino le Dolomiti!

Si era fatto tardi ormai e Milano ci chiamava, dopo due giorni indimenticabili nelle terre del vento dove i venti anche culturali, etnici, storici, culinari e geografici si fondono tra loro in una sinfonica poesia scuotendomi dentro.
Tornerò presto da te, amata regione!

Grazie Alessandra e Alberto per averci regalato due giorni nella città del vento!

Maria Alessandra de Leonardis

Ciao! Sono Maria Alessandra. Vivo a Milano da 25 anni, ma sono nata a Bari dove ho vissuto fino ai 27 anni e dove torno tutte le volte che posso. In questo blog racconto la Puglia e la (mia) vita, convinta che le cose speciali siano quelle semplici! Seguimi su Instagram e Facebook, mi trovi cercando @latrullaia

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