In questi giorni ho perso il mio secondo papà terreno, il papà di mio marito, e il mio cuore è gonfio di tristezza.
Spero che questo immenso vuoto si trasformi presto in un grande spazio dove poter riordinare i tanti ricordi che custodirò per sempre nel mio cuore come preziosa eredità.
Mi sento persa e provo a fare leva sulla mia debole fede che vorrei fosse più solida di fronte alla tua perdita.
Oggi sono alla Trullaia, luogo anche del suo cuore, e lo sento vicino nella brezza che muove le foglie e lo vedo camminare con il suo passo certo, fiero e orgoglioso di questo luogo.
“Goditelo, figlia mia!” mi dicevi osservando il sole che, illuminando di caldi colori l’orizzonte, salutava il giorno appena trascorso.
Tu, Papà, sei stato un sole che illumina, un fiore che profuma, una pietra su cui poggiarsi, un albero alla cui frescura trovare ristoro, una distesa di campi da colorare come una pagina vuota di valori e di rituali, un mare di buone maniere.
Quando ti abbiamo portato qui per la prima volta eravamo preoccupati che tu non comprendessi le potenzialità di questo luogo. Tutto era cadente, i rovi e le erbacce erano alte, eppure i tuoi verdi occhi si illuminarono e cominciasti a progettare insieme a noi con l’entusiasmo di un bambino.
Tra le ultime cose che mi hai detto, con un filo di voce, mentre la malattia prendeva il sopravvento: “Quanto avrei voluto essere al trullo. Quanto mi piaceva …tanto, tanto!”. Mi hai lasciata senza parole, tu che difficilmente lasciavi trasparire i tuoi sentimenti, tu che quell’aria da duro non mi ha mai convinta, tu che mi hai sempre sciolta di teneri sguardi silenziosi.
Qui, in questo luogo del nostro cuore, voglio camminare da sola insieme a te nel silenzio e ritrovarti in ogni angolo, in ogni albero, in ogni fiore, in ogni canto di uccello, in ogni profumo, in ogni frutto e in ogni tutto, in ogni pietra e da ogni cosa trarre la forza per andare avanti. Perché tu mi verrai incontro attraverso la bellezza di questo luogo che abbiamo condiviso e amato. E in esso, con te, voglio trovare la mia consolazione.
Ciao Papà, non mi lasciare mai!
🇬🇧 Always by me
These days I lost my second earthly dad, my husband’s father, and my heart is full of sadness.
I hope this immense emptiness will soon turn into a big space where I can sort out all memories and keeping them forever in my heart like precious heritage. I feel lost and try to hold onto my weak faith, wishing it were stronger now, facing his loss.
Today I’m at the trullaia, place he loved too, and I can feel him around in the breeze…
“Enjoy it my dear!” he used to tell me admiring the sun going down, illuminating the skyline with warm shades.
You daddy were the shining sun, a fragrant flower, a stone to lean on, a tree where I could find cool shadow, stretched fields to paint like an empty page of values and rituals, a wide sea of good manners.
When we first brought you here, we were worried you would not appreciate the potential of this place. Everything was falling down, bush and weeds were growing high; however your green eyes lit up and you started making projects with us with a child-like enthusiasm.
One of the last words you told me in a whisper, while your illness was taking over, was: “”I wish I were at the trullo now, I liked it so much, really so much…”.
You left me speechless, knowing that you hardly expressed your feelings, always with a tough look which never convinced me, moving me with your sweet and silent glances.
Here at our heart’s place, I need to walk alone with you silently so as to find you at any corner, in any tree, in any flower, in a singing bird, in any scent, in any fruit and in anything. And from all of this I try to take out the strength to go on.
Because you will come towards me through the beauty of the place we shared and loved. A place where, beside you, I need to find consolation.
Bye daddy, please never leave me!
